Casa coniugale all’ex moglie? Come godere dei benefici “prima casa”?
Spesso la casa coniugale (c.d. casa familiare) viene assegnata all’ex moglie, ma come continuare a godere dei benefici “prima casa”? Si sa che fanno risparmiare ma quando è possibile mantenere questi privilegi?
La Corte di Cassazione si occupa dell’attribuzione della casa coniugale all’ex moglie e la distingue dall’alienazione. È irrilevante ai fini del godimento dei benefici di prima casa l’utilizzazione dell’immobile. Almeno sotto questo punto di vista, i contribuenti (e gli ex mariti!) possono tirare un sospiro di sollievo i benefici fiscali di prima casa rimangono fermi. Nel dettaglio, il protagonista della vicenda aveva acquistato da terzi, usufruendo della predetta agevolazione, l’immobile adibito a casa familiare. Poco dopo – in fase di separazione – aveva dovuto cedere la casa alla moglie, anzi alla ex, affinché potesse essere destinata ad abitazione della prole, quindi affidata alla donna in sede di separazione. Il marito poi non aveva acquistato un nuovo immobile entro l’anno. In teoria sarebbero ricorsi tutti i requisiti affinché la cessione della casa di cui aveva goduto dei benefici fiscali alla ex moglie potesse comportare la decadenza dall’agevolazione stessa. L’ex marito ricorreva al Tribunale e chiedeva ai giudici di stabilire il diritto al godere del beneficio. La Cassazione ha sancito che l’attribuzione al coniuge non costituisce alienazione dell’immobile rilevante ai fini della decadenza dai benefici “prima casa”. L’attribuzione costituisce solo una forma di utilizzazione della casa volta a sistemare al meglio i rapporti tra i coniugi, sia pure in vista della cessazione della loro convivenza. Insomma: l’immobile acquistato per essere destinato a casa coniugale resta tale anche in caso di separazione e continua a soddisfare la primaria esigenza di tutela della prole. Corte di Cassazione, Sentenza n. 23225/2015. Può interessarti anche Agevolazioni Prima Casa.