Il convivente può essere cacciato da casa?
Il convivente ha dei diritti? Può essere cacciato all’improvviso?
Vi siete chiesti se il solo fatto di essere “ convivente ” (e non moglie\marito) possa significare di avere una tutela in caso di fine della relazione? Se vi è capitato di essere cacciati di casa dal vostro ex convivente avete subito un torto di fronte alla legge. Secondo la Cassazione bisogna dare al convivente il tempo di trovare una nuova sistemazione dopo la fine del legame sentimentale. Alla luce dell’evidente calo del numero dei matrimoni e del corrispondente aumento delle convivenze, non regolate da alcun vincolo giuridico, i giudici sempre più si trovano a dover decidere sulla fine delle storie d’amore. La sentenza da cui trae spunto questo articolo stabilisce proprio che prima di “sbattere fuori di casa” il convivente occorre concedergli il tempo necessario a trovare un’altra soluzione abitativa. La fine di una relazione amorosa non autorizza chi possiede un appartamento ad allontanarne senza preavviso l’ormai ex partner. Quindi visto che “Il convivente abita l’appartamento in virtù di un rapporto affettivo il cui fine è la costruzione di una famiglia, seppur di fatto, con il proprietario dell’immobile; per tale motivo, non essendo un ospite, non può essere messo alla porta all’improvviso“. In realtà la sentenza in commento non è la prima, già nel 2014 i giudici impedivano ad un uomo di allontanare di casa la compagna del fratello malato. La donna conviveva infatti con il fratello “more uxorio” e pertanto non poteva essere cacciata dall’appartamento, anche se era di proprietà del fratello del convivente. Così pure la sentenza 19423 della Corte di Cassazione del 15 settembre 2014 ha stabilito il diritto del convivente a rimanere nella casa del partner anche dopo la morte di quest’ultimo, nonostante non sia ufficialmente vedovo. Corte di Cassazione sentenza n. 7214 del 21/3/2013